Un ponte verso il Cielo
Tra Terra e Cielo esiste un ponte, invisibile ma sperimentabile in questa stessa vita. Quel che compiamo in questo mondo si riflette nella dimensione dello spirito. La materia non è dunque ostile alla realizzazione delle nostre più alte aspirazioni, ma a questa funzionale. Anche la prosperità, emblema del principio femminile di cui la Terra è espressione, partecipa al nostro viaggio evolutivo, il quale ci conduce oltre gli angusti limiti dei condizionamenti, di quelle propensioni egoiche altamente nocive che ci trattengono nei bassifondi dell’esistenza.
Tutto intorno a noi è favorevole e propizio se osservato secondo la giusta prospettiva. È la prospettiva dell’Amore, la prospettiva dell’anima, alla quale ci rimandano i grandi testi della Bhakti Vaishnava, quali la Bhagavad-gita e il Bhagavata Purana. In queste opere è insegnato che il senso di possesso deturpa la nostra relazione col mondo, mentre lo spirito di offerta la esalta al più alto livello, riconducendo materia e spirito a quella originaria Unità da cui entrambe promanano. Libero da brame di possesso e di godimento egoico, lo spirito può agire nella materia con pienezza e trasporto, e la materia si rivela ‘non differente’, partecipante cioè allo stesso gioco divino. Questo è l’ideale che ispira e sostiene il nostro progetto di agricoltura didattica.
Nel creato, opera divina, si dispiegano con perfezione tutti gli insegnamenti che riconducono le creature smarrite nell’inconsapevolezza al loro supremo rifugio, alla relazione con il Creatore. Il libro della natura è dono supremo che innalza la vita al piano della sacralità. Questo è il valore autentico del nostro essere al mondo, mentre l’egoismo cieco e predatorio è artificiosa dissacrazione.
Prendersi cura della terra, promuovendo la sua illimitata prosperità, che si manifesta nel dispiegarsi dell’armonia e della convivenza tra tutti gli esseri, significa adorare Dio, ascoltare le Sue parole e comprendere il Suo volere. Interagire con le leggi di natura con umiltà, rispetto, vigore e creatività, significa trasformare costruttivamente la propria personalità in senso evolutivo. È disciplina spirituale (sadhana).
Lo stiamo sperimentando in molti sulla collina di Govardhan Italia, espandendo sempre più il nostro raggio d’azione (dall’uliveto, al frutteto, all’orto, al seminativo) e approfondendo sempre più la nostra relazione con la Terra, divina ambasciatrice. Desideriamo condividere con quante più persone possibile la riscoperta di tale sacra relazione che ci proietta nella dimensione dell’eternità e della gioia. Per farlo stiamo plasmando un ambiente emozionale altamente purificato e affidabile, libero dalle tremende contaminazioni che affliggono il campo psichico della società contemporanea.
Ancora una volta, dunque, prendersi cura del mondo per trascendere il mondo. E cosa c’è di più emblematico del cibo per parlare della nostra dimensione materiale? Attraverso il cibo la relazione con la Terra giunge alla sua coronazione. Educare le persone a produrre il proprio cibo, accompagnarle nel portare a compimento il ciclo virtuoso che le unisce alla materia, significa offrire loro una straordinaria opportunità di superamento di attaccamenti e dipendenze che incatenano a una concezione illusoria della vita, fonte di sofferenza.
Il libro della natura torna a parlarci, insegnandoci che siamo parte di un Tutto, a cui contribuiamo ma che ci sovrasta. Da questo Tutto riceviamo i nostri beni di sussistenza e a questo Tutto dobbiamo gratitudine. Il cibo, espressione eccelsa di questa realtà, diventa l’oblazione per la nostra offerta al Tutto, a Dio, e strumento di trascendenza dalla Terra al Cielo.
Non mi rimane altro che invitarvi al nostro prossimo corso, dedicato a chi desideri imparare a coltivare con Amore un orto biologico nella propria casa. Vi aspettiamo dal 12 al 14 maggio per condividere insieme quest’esperienza di rinascita materiale e spirituale.
Fabrizio Fittipaldi